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Un tempo erano discriminate per la loro "devianza", oggi perché rivendicano il diritto a una cittadinanza "normale" che comprenda matrimoni, famiglie, pensioni. Come mai le persone omosessuali, storicamente marchiate come peccatrici, invertite o malate mentali, chiedono di poter adottare quell'ordine familiare che tanto ha contribuito alla loro sfortuna? Dopo un faticoso cammino, anche in Italia, come in gran parte del mondo, le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono legge dello Stato. È un traguardo storico per la democrazia italiana, ma non è ancora il matrimonio egualitario. Soprattutto, non è una legge che riconosce diritto d'esistenza ai genitori gay e lesbiche e ai loro figli. Per raccontare le omosessualità e la lunga marcia verso l'uguaglianza, Vittorio Lingiardi mette in dialogo psicoanalisi e biologia, psichiatria e scienze sociali, storia e giurisprudenza. Alla sua terza edizione, completamente aggiornata, "Citizen gay" è diventato un classico, che spiega la varietà degli orientamenti sessuali, gli inganni contenuti nella domanda "si nasce o si diventa?", le radici dell'omofobia sociale e interiorizzata -, gli effetti psicologici del minority stress, i risultati delle ricerche scientifiche sulle famiglie omogenitoriali, la fine del pregiudizio psicoanalitico sull'omosessualità. Un libro per capire che ogni maggioranza è un insieme di minoranze, che la varietà è una ricchezza, che non c'è "natura" senza "cultura" e che la curiosità è meglio del sospetto.